Geografia Fisica

Territorio

Situata nella bassa Pianura Padana, poco oltre la linea delle risorgive presso la sponda destra del fiume Serio, è il centro principale della provincia dopo il capoluogo Cremona e dà il proprio nome a tutta la parte settentrionale del territorio provinciale: il Cremasco. Il comune appartiene alla regione agraria nº 2 (pianura di Crema) ed è inserito nel contesto del Parco del Serio, a 79 metri sul livello del mare, dista da Cremona 40 km.

Corografia

La formazione geologica di quest’area territoriale può essere distinta in diverse fasi: una prima fase in cui il territorio era interamente sommerso dalle acque dei fiumi Adda, Serio e Oglio; una fase successiva, in cui questi ultimi si sono scomposti creando una zona circondata da paludi; ed un’ultima caratterizzata da un’opera di bonifica che ha permesso la trasformazione dell’area paludosa e lacustre in una pianura coltivabile. Mentre la parte più alta della pianura risulta essere composta da terreno alluvionale o di trasporto più asciutto, quella meridionale è più acquitrinosa. Il suolo presenta una natura molto varia; si passa infatti da terreni molto sciolti ad altri molto compatti, oppure da terreni a piccolo strato a terreni di profondo strato di cultura. Nonostante questo, il terreno di media composizione (a profondo strato di coltura e fertile) rimane il predominante.

 

Idrografia

Il sistema idrografico dell’area territoriale di Crema ha per dorsale il fiume Serio, il quale discendendo verso Nord-sud si congiunge al fiume Adda a livello del Comune di Montodine. Con riferimento alla rete idrica minore, costituita da un centinaio di corsi d’acqua che si intersecano su tutto il territorio, degno di nota è il canale artificiale Vacchelli (dal nome del senatore Pietro Vacchelli che ne promosse la costruzione nel 1888). Lungo 34 km, il canale si dirama dall’Adda per poi suddividersi ed irrigare le terre della bassa cremonese.

La notevole ricchezza d’acqua del territorio Cremasco, costituita prima dall’ormai prosciugato lago Gerundo e poi dalle successive zone paludose, ha avuto conseguenze sul clima e sulla salubrità ambientale. Nonostante vi siano stati anche gravi condizionamenti (ad esempio l’abolizione nel 1656 della coltivazione di riso per evitare l’aggravamento delle condizioni sanitarie), con il progredire del tempo l’habitat ha assunto caratteristiche sempre migliori.

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